Benvenuta a Milano Monologhi d’Autore, nell’anno del cambiamento, la consapevolezza di affrontarlo.

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Nel 2020 il mondo cambia. Totalmente e per sempre. Un’esperienza, quella tracciata dalla pandemia che rimarrà per sempre nella memoria della civiltà umana. Con questa consapevolezza viene proposta una preview di un progetto performativo che, nel valorizzare l’attività interpretativa ma anche drammaturgica dell’attore-autore monologhista, vuole prima di tutto proporre un’intima constatazione su valori da preservare o accentuare nell’epoca di cambiamento, affinché divengano tesoro, rifugio o chiave di volta per superare il tema dell’incertezza.

Quando con il nostro team di produzione abbiamo pensato di valorizzare il monologo, inizialmente lo abbiamo fatto consapevoli che in una finalità distributiva questo avrebbe permesso di presentare ai teatri, rassegne e operatori di settore, contenuti facilmente fruibili perché semplici da mettere in scena, da sostenere economicamente e in totale sicurezza per numero di partecipanti (al fine di rispettare regole sociali di distanziamento anche in ottica performativa) – spiega Paolo Cacciato, ideatore e curatore per ASGProduzioni. Poi nell’esaminare una serie di proposte e analizzando il contributo di molti sceneggiatori e interpreti abbiamo realizzato che il monologo permette, per conformità e per natura, una particolare caratterizzazione nel dialogo attore-pubblico, dove l’intimismo di rappresentazione (e di testo) può fare vibrare una sorta di flusso di coscienza su tematiche, suggestioni, valori che ritengo bagaglio di sicurezza nell’affrontare l’apocalisse sistematica che sta sconvolgendo il settore e anche la modalità di interfacciarsi con il palco da parte del pubblico.

Milano Monologhi d’Autore è perfetta per lo spazio in cui si presenta nella sua prima edizione 2020: Corte dei Miracoli è uno scrigno di emozioni in una delle zone forse più “variegate” per presenza di locali, negozi, movida, eventi. L’accostamento nella suggestione con il tema del “monologo” è spiazzante e funzionale.

Tre appuntamenti, tre domeniche, una al mese (11 ottobre, 15 novembre e 13 dicembre) dove costruire un percorso di riflessione su tre chiavi di lettura di passato, presente e futuro. Si inizia con con “Quasi una Canzone d’Amore” di Paolo Fosso nel suo viaggio storico letterario sull’Amore, motore del mondo, ciò che ispira (e dovrà continuare a farlo) artisti ma anche semplici uomini e donne a compiere piccole e grandi imprese; per proseguire il 15 novembre con una produzione Teatro dell’Alveo di Novara con Lorena Ranieri, per la regia di Sara Greco Valerio con lo spettacolo “Ci aspettano per Ballare” dove il tema delle Migrazioni oltre a riproporre memoria del contingente è lettura universalistica su una condizione che accomuna genti di tutto il mondo in clima di emergenza, eco che viene desunto da storie vere di donne migranti , si chiude il 13 dicembre con una prima assoluta di “Come Bach suonato su un bicchiere per un istante” di e con Silvia Piovan, neoproduzione interrotta dopo il debutto a Venezia dall’ondata covid e che ripropone in chiave biografica e creativa la vita della premio nobel polacca Szymborska, personaggio chiave della letteratura del novecento assunto in questo monologo a incarnazione della Poesia come quella capacità, solamente umana, di stupirsi anche nella consuetudine, traendo da tale meravigliarsi energia ed entusiasmo prolifico per una vita da condividere.

La rassegna introduce un progetto che è, da parte di ASGProduzioni, anche e soprattutto di accompagnamento all’ideazione o selezione di progetti a impianto monologhista perché questi conoscano promozione, coproduzione, diffusione e distribuzione. Questo impegno segue un biennio di importanti successi per la giovane produzione indipendente che ha realizzato La Parola Nel Segno nel 2018, Milano Genius fra Milano, Giappone e Corea nel 2019 e che non vuole perdere il ritmo nemmeno nel 2020.

Per la seconda edizione 2021 stiamo già pensando di aprirci a sei spettacoli ospitati in rassegna su tre mesi, fra cui una nuova produzione che accosterà il monologo alla performance d’arte, data la nostra sensibilità e attenzione alle avanguardie performative che pongono diversi livelli di rappresentazione artistica in comunicazione e contaminazione.

La rassegna avrà luogo tenendo conto delle attuali disposizioni di sicurezza, prevedendo distanziamento e con vendita di biglietti nominali pre-assegnati su prenotazione contattando lataiga@latigredicarta.it o direttamente via Facebook ad ACTAgency che si occupa di booking e comunicazione.

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Nathalie In tour: Da Milano a Seoul le distanze si superano con l’arte e la partecipazione.

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#CrossingDistances un hashtag che oltre a titolare l’ultimo tour musicale di Nathalie in partenza settimana prossima da Milano, è un vero e proprio manifesto artistico per la cantautrice italo-belga, da tempo impegnata fortemente in ambito sociale sul tema della diversity.

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Superare distanze è come abbracciare un viaggio alla scoperta delle diversità – ci spiega la cantautrice – caratteristiche che rendono scenari lontani e persone davvero speciali nella loro unicità; basta dialogare, consapevolmente, nel segno che tale incontro può lasciare nella crescita di ognuno di noi. Basta voler e sapere ascoltare.

La musica è lo strumento con cui parlo di me, mi faccio conoscere, supero spazi e trovo nella conoscenza dei reciproci limiti e diversità ciò che rende ognuno di noi, creatura unica e speciale. La distanza è ricchezza, soprattutto quando vi è dialogo e scambio nella consapevolezza di quanto importante possa essere “conoscere” prima di giudicare – spiega Nathalie nella sua intervista di presentazione del Tour.

La musica è, certamente, la grande protagonista di questo viaggio, con un focusing promozionale forte sull’ultimo album “Into The Flow” pubblicato lo scorso anno, ma l’incontro-ascolto ruota non solo intorno al repertorio pensato per il pubblico che seguirà la programmazione live, ma anche nella prospettiva di partecipazione diffusa che renderà i fan protagonisti attivi di ogni tappa insieme a Nathalie.

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La sharing perspective di #CrossingDistances è stata proposta da ASGProduzioni e da Paolo Cacciato manager della cantautrice per l’international tour. L’idea è di presentare, insieme alla partecipazione ai live sulle varie tappe, anche occasioni di incontro con l’artista in proposte di viaggio organizzate in Italia e all’Estero. Il tema del viaggio sarà condiviso con momenti aggregativi e tematici raccontati attraverso i canali social ufficiali di Nathalie.

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ASGProduzioni è da anni impegnata nella produzione e promozione di progetti culturali e performativi di spessore internazionale fortemente basati sul dialogo interculturale soprattutto fra Occidente e Oriente.

Si parte da Milano il 17 settembre con la tappa in Corte dei Miracoli, storico spazio di Via Mortara in zona Porta Genova da alcuni anni divenuto circolo polivalente su tema arti e cultura grazie all’instancabile lavoro dell’Associazione La Tigre di Carta.

La scelta non è casuale perché la dimensione partecipativa giovane e di dialogo sul tema interculturale di cui il tour si fa portavoce è una proiezione ben sperimentata in Corte dei Miracoli, già residenza artistica di ASGProduzioni.

Il concerto sarà appunto preceduto da un Meet&Greet a tema con cui Nathalie incontrerà i propri fan e li coinvolgerà a partecipare attivamente alla campagna social  #CrossingDistances durante un aperitivo a tema.

Il primo confine da superare fa nome Corea e ospita la tappa di Seoul, dove Nathalie è stata invitata in qualità di ambassador artistico per l’inaugurazione dell’undicesima edizione dell’Italian Film Arts Festival che si terrà il 27 settembre presso Spazio Monaco nel quartiere di Gangnam nel pieno centro della capitale coreana.

Importante e bellissimo che la creatività e la musica italiana in questa nostra edizione sia rappresentata da una giovane donna come Nathalie. Un’artista che ho seguito e apprezzato per carisma, talento ma anche forte impegno artistico nella società contemporanea spiega la direzione artistica del Festival la prof.ssa Lanki Jung.

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E’ la prima esperienza in Oriente per l’artista di Roma che proseguirà nel suo tour – dialogo in Giappone a ottobre, con alcune attività di ricerca musicale, artistica ma anche di sperimentazione performativa con musicisti giapponesi, dove il tema dell’incontro con culture lontane e del viaggio sara’ ben condiviso e valorizzato.

L’autunno sarà poi all’insegna di tappe europee dove i live saranno rafforzati da opportunità di viaggio organizzati e incontri con l’artista: per tutti i fan di #CrossingDistances la narrazione sarà così inclusiva del contributo partecipativo di ognuno e diffusi in una campagna di comunicazione supportata da ACT Agency Milano e da Boonga Web per le campagne social

Per Info sul tour internazionale asgproduzioni@asianstudiesgroup.net

Booking data del 17 Settembre a Milano info@latigredicarta.it o vendita online

Meccanismo Jukebox, oltre la frontiera del palcoscenico.

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Un’esperienza performativa che vuole essere prima di tutto un esperimento – manifesto su una nuova necessità di fare Teatro. Con questa ambizione prende forma in queste settimane il prologo di Meccanismo Jukebox  nella regia di Luca Andreini che con il team di Teatro Nuovo di Bergamo TNB rilancia con carisma l’intraprendenza della più giovane compagnia teatrale di Italia da lui fondata nel 2011.

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E’ un lavoro che nasce da un pentagramma, escamotage artistico per raccontare la difficoltà dell’essere pubblico, ma anche dell’essere performer oggi – spiega Andreini – con Elisa Giorgio e Leda Kreider portiamo in debutto un progetto che mira a scardinare la posizione di “spettatore” e nello stesso tempo a spronare maggiormente l’indole e l’essenza dell’ attore, pronto ad accogliere una prospettiva performativa sempre diversa in una sfida anche professionale oltre che artistica. Andiamo in scena in uno spazio non convenzionale per poi ricostruire con il pubblico il valore e la sacralità del palcoscenico. 

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La proposta è piaciuta moltissimo a Paolo Cacciato che accompagna il progetto nella co-produzione e distribuzione targata ASGProduzioni, etichetta indipendente con cui Garden Blaze collabora da anni nella segnalazione di talenti e progettualità.

“Mi ha entusiasmato la possibilità raccontata da Andreini di vedere lo spettatore protagonista di una scelta narrativa così come se l’attore fosse in balia di un Jukebox proponente quattro titoli che riportano la mente al mondo fiabesco – spiega il produttore –  lo trovo accattivante perché pluralizza il contenuto e valorizza il lato di preparazione dell’attore che, di fatto, va in scena senza sapere chi andrà a interpretare. 

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Il debutto di Meccanismo Juxebox si terrà il 19 Aprile presso Spazio Fase ed è l’occasione per segnalare l’inizio di collaborazione fra ASGProduzioni e Teatro Nuovo di Bergamo all’interno di un contesto che ha conosciuto un recupero strutturale e di contenuto di grande valore da parte di iniziativa privata.

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In questo debutto Spazio Fase vede opportunità per lanciare una progettualità più ampia a tema Arti Performative nella collaborazione con le produzioni coinvolte per l’anno 2019/2020.

Il Meccanismo coinvolge quattro storie “Uccidiamo tutti una volta nella vita” (Ovvero Peter Pan di James Barrie), La Cura (ovvero Cenerentola di Basile) Pace a te Fratello mio (Hansel e Gretel dei Fratelli Grimm)  e per finire Alice (da Alice nel Paese delle meraviglie dei Fratelli Grimm).

Il Jukebox prenderà forma grazie a un percorso illustrato da Maria Saporito, visual artist per TNB che avvicinerà gli spettatori ad un incipit sulle fiabe proposte attraverso una pubblicazione denominata “Meccanismo Spoiler”. Con Maria ci siamo trovati benissimo e lei ha colto perfettamente la necessità di proiettare gli spettatori in suggestioni visive in grado di solleticare oltre alle parole la curiosità sulla scelta di cosa vorrebbero vedere performato – spiega Luca Andreini. –  e si tratta di un prodotto editoriale con cui vogliamo caratterizzare in maniera indelebile il nostro Jukebox teatrale.

Il progetto per particolare conformità creativa è stato ammesso alla sesta edizione di Switch on Your Creativity, acceleratore sulla creatività giovanile per la sezione Spettacolo ed  sostenuto nella realizzazione da Piattaforma CAI Fondo per la Creatività Arte e Innovazione sviluppato da ASGProduzioni.

 

 

Fushikaden vince il primo premio alla critica IX edizione Teatro Nudo Teresa Pomodoro

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“Per la sua straordinaria capacità di fondere e intrecciare il patrimonio occidentale e quello orientale, arti e discipline diverse” con queste parole la presidente dello Spazio Teatro Noh’ma,  Livia Pomodoro ha annunciato l’assegnazione del primo premio alla Critica del concorso internazionale Teatro Nudo di Teresa Pomodoro, nona edizione, a Fushikaden, tenka no emotions, per la regia di Paolo Cacciato, da un’idea di Paolo Cacciato e Piera Rossi in una produzione Asian Studies Group.

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Il premio è stato conferito da una prestigiosa giuria internazionale di esperti, presieduta da Livia Pomodoro e formata da Eugenio Barba, Lev Dodin, Ruth Heynen, Ludovic Lagarde, Statis Livathinos, Enzo Moscato Lluís Pasqual, Tadashi Suzuki, Oskaras Korsunovas, Peter Stein.

3-64Fushikaden narra di un percorso interculturale di incontro attraverso le emozioni umane sotto vesti eterogenee, attraverso un dialogo dinamico tra la recitazione tipica del Teatro Noh giapponese e stimoli provenienti dal teatro europeo di Prosa, il tutto armonizzato su ritmi tradizionali giapponesi e rafforzato dalla gestualità del teatro danza contemporaneo. La regia di Paolo Cacciato ha saputo far dialogare due mondi distinti, come quello occidentale e quello orientale, in un continuo scontro-incontro fatto di movimenti, suoni e colori.

Fra gli interpreti coinvolti sul palco del Noh’ma, la protagonista Nana Funabiki e il co-protagonista Michele Gorlero, la pianista Yuna Saito e la soprano Mai Inaba insieme al baritono Taisho Kato, da Giappone sono stati invitati direttamente due professionisti provenienti dal mondo delle percussioni e dei taiko Tsuyoshi Maeda e Masayuki Sakamoto insieme al gruppo di performers di Taiko Lecco (Chiara Codetta Raiteri, Samuele Galimberti e Tobia Galiberti coinvolto anche come pianista in una bellissima scena di dialettica strumentale fra Taiko e Piano). Il design luci è di Christian Laface, i costumi di Giulia Bonaldi e le scenografie rappresentate dalle sculture di Codice Bianco Makoto.

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Fushikaden rappresenta la prime produzione teatrale di Asian Studies Group nell’attività di ASGProduzioni e segna un rinnovato e forte coinvolgimento dell’associazione specializzata in orientalistica in Italia a perseguire un attento lavoro di selezione, creazione, produzione e distribuzione di diversi prodotti d’arti performative, non solo quelli che coinvolgono direttamente il dialogo interculturale occidente e oriente.

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“Siamo estremamente soddisfatti del riconoscimento” – spiega Paolo Cacciato – ” trattasi di un progetto d’avanguardia che coinvolge linguaggi artistici estremamente diversi accomunati in questo spettacolo da una funzione meta-linguistica con l’obiettivo di raccontare l’univocità delle emozioni in società e culture anche così differenti e lontane, un messaggio che, oggi ancor più di ieri, vuole essere un manifesto di coesione interculturale in una società contemporanea ormai fortemente globalizzata”

Fushikaden, tenka no emotions (Lo spirito del fiore e le emozioni del mondo) dopo tre repliche a Milano riprende la propria attività di promozione per la messa in scena su altri teatri e spazi performativi.

#PassioneTeatro con Garden Blaze osservatorio di talenti: produzione e distribuzione

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Il 2018 ha segnato per il nostro giardino infiammato da talento l’inizio di un percorso appassionato che ci ha permesso di condividere strumenti e competenze per rafforzare l’attività di ASG Produzioni, divisione specializzata in arti performative dell’Associazione ASG e di cui Garden Blaze ha dal 2013 rappresentato la spalla di sostegno all’attività di selezione e identificazione di contenuti artistici con uno spiccato dinamismo rivolto all’internazionalità di performers e artisti coinvolti.

Questo rafforzamento ha visto in agenda un obiettivo comune molto concreto: consolidare il primo catalogo di produzione sulle arti performative 2018 / 2019. Nel fare ciò Garden Blaze ha selezionato contenuti, supportato neo produzioni, intercettato giovani compagnie e sostenuto la comunicazione integrata per il posizionamento di nuovi profili artistici. Nel fare ciò preziosissimo il contributo di ACT Agency Milano, comunicazione per l’arte, la creatività e il talento, agency che ha integrato la post-produzione di molti contenuti inseriti nel nostro primo catalogo.

Ma veniamo ad una breve description di quanto selezionato in un’ anticipazione che vuole essere di stimolo nello scegliere i contenuti del catalogo Garden Blaze di ASGProduzioni 2018 / 2019

A Rimpiattino con la Morte  

Teatro Prosa

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Produzione: Teatro Nuovo Bergamo, Regia e adattamento di Luca Andreini. Testo di: Lori Gambassini . Musicante di scena, Christian Paganelli, con Ottavia Sanfilippo e Elisa Giorgio. Finalista al Premio nazionale Città di Leonforte (edizione 2017)

a rimpiattino con la morte.jpgLa Morte, una vecchietta bonaria e burlona, si affaccia alla porta di Carlo, ultranovantenne, che giace in un letto assistito da Anna, sua compagna di vita, che piange prostrata accanto a lui. Il loro è stato un “grande amore” contrastato, fra due persone sposate, quando negli anni 60’ non c’era ancora il divorzio e la donna adultera veniva condannata con la prigione. Carlo e Anna, superando tutti gli ostacoli, riescono a vivere insieme 50 anni dimostrando così la forza del loro sentimento. Fin dall’inizio, prima ancora di conoscersi, di incrociare i loro destini, il loro sembrava quasi l’appartenersi primordiale di due anime che, estranee, tendessero inconsciamente l’una verso l’altra nel caos del mondo per trovare il loro ricongiungimento. Due particelle nel cosmo, sospinte dal vento che si cercavano e si sfioravano tentando di agganciarsi e fondersi in un’unica essenza, ricomponendo un’entità dispersa. Il gioco: la Morte anziché farlo morire propone a Carlo di farlo ritornare nel ventre materno in un limbo senza gioia o dolore…

Bum ha I piedi bruciati

Teatro di Prosa, Teatro Scuola

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Produzione: Teatro alle Vigne, Liberamente ispirato da: L.Garlando, Per questo mi chiamo giovanni Scritto, Diretto e Interpretato da Dario Leone Musiche, Scene e Luci di Massimo Guerci Patrocinato da Fondazione Giovanni e Francesca Falcone

dario leon bnPartendo dall’impianto narrativo del romanzo per bambini Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando, al quale Leone si è liberamente ispirato, lo spettacolo ha richiesto un lungo e accurato lavoro di studio durato mesi, basato su scritti, interventi, articoli, interviste, testimonianze di e su Giovanni Falcone, approfondendo diversi aspetti tecnici e aneddotici della storia pubblica e personale del magistrato e del metodo innovativo e rivoluzionario da lui ideato per combattere la mafia, utilizzato ancora oggi in tutto il mondo per contrastare la criminalità organizzata.

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La vicenda è narrata attraverso gli occhi di un giovane padre palermitano, un piccolo negoziante il cui vissuto personale, la nascita del figlio, il lavoro in negozio, l’impotenza e lo sconforto di fronte al dilagare della criminalità organizzata che lui vede diffondersi lenta e silenziosa, inevitabilmente si intreccia agli episodi più eclatanti della vita del magistrato. Bum è un orango di peluche, il giocattolo preferito del figlio: assieme a lui, e tramite lui, la storia inizia e si snoda alternando leggerezza e profondità, senza rinunciare a sorridere.

Fushikaden: Lo spirito del Fiore – le Emozioni del Mondo.

Teatro Danza, Musica, Teatro d’Avanguardia, Rassegne Speciali

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Produzione: ASG-Produzioni e Teatro alle Vigne Da un’idea di Paolo Cacciato e Piera Rossi Regia di Paolo Cacciato con Nana Funabiki e Michele Gorlero, Yuna Saito (piano), Mai Inaba (soprano), Valentina Volpe (mezzo-soprano), Chiara Codetta Raiteri, Tobia Galimberti, Samuele Galimberti ai taiko, disegno luci di Christian Laface

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Selezionato per il Premio Internazionale Il Teatro Nudo di Teresa Pomodoro e attualmente nella lista dei finalisti per l’edizione 2017/2018. Facente parte della Rassegna Teatrale “La Parola nel Segno” presso la Fondazione Luciana Matalon ed. 2018.

Tentando di rappresentare le emozioni umane sotto vesti eterogenee, Fushikaden cerca di rinforzare la recitazione tipica del Teatro Noh giapponese con stimoli provenienti dal teatro Europeo di Prosa, il tutto armonizzato in un dialogo dinamico da ritmi tradizionali giapponesi del Teatro Danza.

fushikadenAl dialogo che si instaura tra i due protagonisti provenienti da mondi diversi, se ne somma uno sommesso tra strumenti e melodie. Pianoforte e Taiko (tamburo tipico giapponese), il primo rappresentante simbolico dell’anima musicale occidentale, il secondo rievocante dell’essenza dell’anima musicale giapponese, accompagnano così il continuo scontro-incontro che già avviene tra gli interpreti in un olistico tentativo di mostrare due mondi, abitualmente considerati molto diversi tra loro, complementari e quasi necessari l’uno all’altro. Così un’attrice giapponese lascia il suo mondo e il suo universo di simboli ma anche di sicurezze, tramandati da canoni artistici e culturali propri della tradizione e incontra il diverso.

Rumoroso Silenzio

Teatro Prosa, Teatro Storia, Teatro Scuola

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Produzione:  Teatro Nuovo Bergamo, Testo e Regia di: Luca Andreini  con Emilio Catellani, Andrea Salierno, Christian Paganelli, Gianluca Piretti, Danzatrici di scena: Jennifer Ravasio e Daniela Lecchi,  Musiche e suoni di Christian Paganelli Disegno luci Lorenzo Polimeno e Rossano Pasinetti, Costumi di Lucia Piccoli.

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Un ragazzo, in gita con la classe, attratto nell’antro di uno dei magazzini del Porto Vecchio di Trieste, si stacca dal gruppo fino a perdersi. In un clima surreale e fantasmagorico di polveri e lenzuola, ode sibilare un misterioso vento, che si fa voce di ricordi atroci sopiti dalla politica del “guai ai vinti”. E’ la memoria collettiva di un popolo. Gli Italiani, vittime acerbe di una pulizia etnica che, in Istria-Dalmazia, pare ormai cronaca ricorrente. Cambia bandiera la nazione, ma la falce della morte è la stessa…ovunque. Ecco allora che, come sogni o colpi di magia, prendono forma dalle cose le romantiche e tragiche vite di Ferdinando e Norma, giovani Italiani, erroneamente etichettati come fascisti in una squallida e ignobile equazione senza senso. Le vite dei due giovani amanti si fondono con lo scorrere di quei giorni rossi di sangue, neri di morte. Tra amicizie adolescenziali, conoscenze fidate, nemici improvvisi, correnti di pensiero rimbalzate tra chi scappa, chi resta, chi lotta, confluite univocamente nella morte, intesa come perdita: della propria vita, della propria nazionalità, della propria identità, delle proprie cose, delle proprie case. Qualsiasi cosa scegli, qualcosa perderai. In questo quadro, Ferdinando e Norma cercano disperatamente di salvare il loro amore, la loro giovinezza, la loro italianità, per coronare il sogno di un figlio e della pace. Si balla, ora a passo di risa, ora a passo di lacrime.

Ada la solitaria

Teatro di Prosa – Teatro Scuola

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Produzione Teatro alle Vigne Liberamente tratto da: Le Solitarie di Ada Negri Testo di Elsa Bossi Musiche di Alberto Braida Con Elsa Bossi e Alberto Braida Costumi e oggetti Monica Zucchelli. Mise en espace: Piera Rossi

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Dai racconti di Ada Negri, l’ispirazione per uno spettacolo incentrato sulla sua prosa, che svela questa autrice nella sua veste più passionale. Una prosa meno conosciuta, coraggiosa, che ci parla di stupro, di aborto, di violenza di genere, di prostituzione, di gelosia, di sogni spezzati, di desideri, di amore, e che ci fa conoscere la Negri come una donna attenta alle tematiche sociali del suo tempo, più di quanto si immagini.

Lo spettacolo si sviluppa attraverso l’interazione, ora armonica e lieve, ora aspra e sofferta, di musica e voce. I pezzi al pianoforte, scritti appositamente da Alberto Braida, non solo sostengono la narrazione, ma a loro volta ci parlano, aiutandoci a penetrare le storie dei personaggi .Il pubblico si emozionerà conoscendo la “Vergine Rossa” sotto una nuova luce, trovando nelle sue parole innumerevoli stimoli alla riflessione e alla discussione. I racconti di Ada appaiono stupefacenti per l’attualità della tematica sociale, ma anche per la grande adesione dell’autrice alle protagoniste di queste storie. Sono ritratti pieni di passione, dolcezza, e speranza, che ci parlano di un’umanità alla ricerca del senso profondo della vita.

Mistero Buffo di Dario Fo’ e Franca Rame

Teatro di Prosa, Teatro Scuola

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interpretato dalla compagnia Fronda Anomala, produzione e distribuzione ASGProduzioni, con Elisa Pistis, Diego Toscia, Lorenzo Tolusso

l celeberrimo spettacolo “Mistero Buffo” di Dario Fo e Franca Rame riprende la tradizione dei giullari che girovagavano di città in città raccontando storie avvincenti, superando le barriere della diversità linguistica e comunicando con un pubblico sempre diverso, composto da ricchi e poveri, dagli ultimi e dai potenti, andando oltre le persecuzioni e combattendo contro la fame.

In questa re-interpretazione, tre giovani attori, provenienti da realtà linguistiche diverse, ridanno nuova vita a quelle giullarate, con la loro energia e la loro urgenza di comunicare, facendosi “giullari” per portare al pubblico messaggi attuali attraverso delle storie antiche e universali.

_MG_5481Il risultato è uno spettacolo che diverte e che commuove e allo stesso tempo fa riflettere, senza bisogno di grandi mezzi scenici ma attraverso la semplicità di un linguaggio virtuoso e iperbolico e la meta verbalità di gesti ed espressioni. Il Mistero Buffo di Fronda Anomala regala lingue diverse, dal piemontese al sardo alle… lingue inventate, e tutto diventerà comprensibile attraverso lo strumento recitativo del Grammelot, un gioco di onomatopee e versi, vera eredità di quegli antichi giullari costretti a farsi capire da un pubblico ogni volta differente. Antichi temi e antiche modalità di comunicazione che, ancora oggi, testimonieranno la loro attualità e vivacità nel nostro presente.

La Signoria Del Vento

Teatro di Prosa, Teatro di Dramma, Teatro Scuola

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Di Rocco D’Onghia, Regia Lorena Nocera, Con: Nana Funabiki, Tiberio Ghitti, Lorena Nocera, Marco Pepe, Fabrizio Rocchi. Spazio scenico e costumi: Giulia Bonaldi. Disegno luci: Christian Laface Produzione: Teatro Crystal di Lovere e Compagnia Teatrale Olive a pArte

lasignoria lorenaE’ la storia di un fratello e di una sorella. Il fratello era un uomo giovane, un pilota di Formula1 all’apice della gloria, più volte campione del mondo, osannato da milioni di tifosi. Sembrava invincibile. Ma era soprattutto un fratello tenerissimo, una persona dolce e generosa, una creatura magica. La sorella, chiusa in una stanza con l’odore dei fiori e la folla vociante di fuori, comincia un viaggio nella memoria. Indietro e avanti nel tempo con gli strumenti della nostalgia. Ed il fratello torna, con il suo casco e la sua tuta. Si muove verso una terra altra. Li’ c’è qualcuno che lo attende. Qualcuno che gli sta vicino e che gli concede di dialogare per qualche minuto ancora, eterno, con la necessaria e dolorosa bellezza della vita umana. Siamo partiti dalla storia clamorosa di un grande pilota, dalle vicende sportive che tutti gli appassionati di una certa età conoscono, ma ci siamo mossi liberamente. Certo il protagonista del nostro dramma è un famoso pilota morto in pista, durante una gara di campionato mondiale di Formula 1, ma è come ce lo siamo immaginato. Come lo abbiamo rivissuto, riscritto, amato.

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Grande Successo a Lovere (1000 spettatori in 2 giornate) e a Milano con repliche a Teatro San Babila in in occasione del Festival Mythos

Meccanismo Jukebox

prima assoluta ottobre 2018 – Teatro Nuovo di Treviglio

suggerito per Teatro Scuola – Sezione Prosa

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Una neoproduzione di ASG-Produzioni, Regia e adattamento di Luca Andreini Interpretato da Elisa Giorgio.

Quattro titoli, il pubblico all’ingresso in sala vota quello che preferisce. Il titolo che ha ottenuto la maggioranza cade sul palco sotto forma di pergamena all’inizio dello spettacolo. Lì, in quel momento, interprete e pubblico si incontrano nel meccanismo del non sapere e del condividere una scelta. Con tutti i rischi che ne conseguono.

“La cura” – Tratto dalla Cenerentola

“Alice abita da sola” – Tratto da Alice nel paese delle meraviglie

“L’isola non esiste” – Tratto da Peter Pan

“Mio fratello è un bastardo” – Tratto da Hansel e Gretel

Questo spettacolo  è prima di tutto una lotta. È il corpo a corpo di una persona dei nostri giorni, con la tradizione della fiaba. Una strenua lotta condotta nel territorio magmatico e profetico, quello fiabesco appunto, che attraversa tutta la storia dell’uomo. Ci si misura con gli autori certi della tradizione, Perrault, La Fontaine, Andersen, i fratelli Grimm, quel grande raccoglitore e inventore di Basile, e con gli autori ignoti, entra nei loro testi e li forza imprimendovi una nuova, sorprendente identità. Le fiabe sono state inventate da bambini che sono poi diventati adulti e da adulti che sono diventati bambini, da adulti che per diventare tali hanno ucciso dentro di sé il bambino che erano e che perciò hanno bisogno di vendicarsi sui bambini, e da bambini morti che risorgono dentro gli adulti che li avevano uccisi.

 

Europa e Asia in Musica

suggerito per Sezione Musica

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Produzione: ASG-Produzioni, Brani e voci provenienti dal: Mondo Occidentale e Orientale. Paesi esplorati: Cina, Giappone, Corea, Italia

concerto santa lucia lodiE’ inevitabile che tra culture differenti vi siano contrasti originatisi da rivalità economiche e politiche. Contrasti che troppo spesso assumono aspetti razzisti e che portano ad episodi particolarmente infausti della storia umana. Ma in questa occasione le differenze culturali non sono soltanto enfatizzate ed esaltate, ma anzi…incoraggiate.

E’ proprio dalla commistione di elementi provenienti da mondi differenti che si può percepire e imparare qualcosa di nuovo. La musica occidentale può contribuire ad arricchire quella orientale, così come brani classici appartenenti al mondo cinese, coreano e giapponese possono aiutarci a scoprire sia qualcosa di loro che qualcosa di inaspettato in noi.

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Concentrarsi esclusivamente sulla propria realtà porta ad un’inevitabile fossilizzazione culturale rendendoci incapaci di reagire ai cambiamenti del nostro mondo nonchè incapaci di fornire ai nuovi interlocutori, che il mutare sociale genera, ciò di cui hanno bisogno. E’ il continuo esplorare il diverso che permette di cogliere venature e riflessi nuovi anche nella propria secolare tradizione.

Una comunicazione biunivoca che ci permette di mettere da parte rivalità e inimicizie passate per riscoprire la gioia del considerarci tutti semplicemente umani…amanti della buona musica.

Già interpretato in occasione del Concerto Internazionale di Santa Lucia a Lodi (2016) e presso Fabbrica del Vapore a Milano (2015)

Per richiedere la scheda completa, materiali video, rassegna stampa e scheda tecnica degli spettacoli da noi distribuiti è possibile farlo compilando il form seguente

 

Mistero Buffo a Milano, evoluzione performativa nel segno della continuità

La Parola Nel Segno 2018

Il percorso d’arti performative de La Parola Nel Segno, prodotta da Asian Studies Group  e diretta da Paolo Cacciato per #PiattaformaCAI Fondo per la Creatività Arte e Innovazione presso la Fondazione Luciana Matalon di Milano in Foro Buonaparte 67, è arrivato alla sua tappa conclusiva.

La quinta e ultima rappresentazione, prevista per il 2 Giugno vedrà la messa in scena dello spettacolo Mistero Buffo di Dario Fo e Franca Rame, reinterpretato dalla Compagnia Teatrale Fronda Anomala in una prospettiva che unisce continuità ed evoluzione performativa.

Il celeberrimo spettacolo “Mistero Buffo” di Dario Fo e Franca Rame riprende la tradizione dei giullari che girovagavano di città in città raccontando storie avvincenti, superando le barriere della diversità linguistica e comunicando con un pubblico sempre diverso, composto da ricchi e poveri, dagli ultimi e dai potenti, andando oltre le persecuzioni e combattendo contro la fame.

Nella tappa de La Parola nel Segno, tre giovani attori, provenienti da realtà linguistiche diverse, ridanno nuova vita a quelle giullarate, con la loro energia e la loro urgenza di comunicare, facendosi “giullari” per portare al pubblico messaggi attuali attraverso delle storie antiche e universali.

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Il risultato è uno spettacolo che diverte e che commuove e allo stesso tempo fa riflettere, senza bisogno di grandi mezzi scenici ma attraverso la semplicità di un linguaggio virtuoso e iperbolico e la meta verbalità di gesti ed espressioni
Il Mistero Buffo di Fronda Anomala regala lingue diverse, dal piemontese al sardo alle… lingue inventate, e tutto diventerà comprensibile, in una magia di comunicazione che gli attori hanno sperimentato anche in Francia, al Festival internazionale di Avignone.

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Antichi temi e antiche modalità di comunicazione che, ancora oggi, testimonieranno la loro attualità e vivacità nel nostro presente, nel Segno della Continuità.

Gli attori dello spettacolo, tutti diplomati nel Novembre 2013 all’Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine sono:

Diego Coscia: Piemontese di Canale (CN)

Elisa Pistis: Sarda di Elmas (CA)

Lorenzo Tolusso: Lombardo di Cornaredo (MI)

Sabato 2 Giugno – ore 17.30 presso Fondazione Luciana Matalon, Foro Buonaparte 67 

Per richiedere accredito di ingresso, diventare  sostenitori di #PiattaformaCAI e prenotare il proprio posto è necessario compilare il form seguente.

 

Lo spettacolo è interamente sostenuto dal Fondo per l’Arte la Creatività e l’Innovazione di Asian Studies Group e per accedere alla performance basta sostenere con un piccolo contributo l’attività del fondo.

 

Nel segno della contaminazione: in scena il Senso dell’Assurdo fra Zen e John Cage

La Parola Nel Segno 2018, News from Garden Blaze

Prosegue il percorso d’arti performative de La Parola Nel Segno prodotta da ASG per #PiattaformaCAI Fondo per la Creatività Arte e Innovazione presso la Fondazione Luciana Matalon di Milano in Foro Buonaparte 67.

La quarta tappa prevista per il 5 maggio prossimo dalle ore 17.30  è una prima performativa assoluta, pensata per solcare il segno della contaminazione sia nel modalità estetica ed espressiva che dei contenuti aggregati in un’esperienza performativa dal profilo unico nel suo genere.

Quando la parola diventa puro segno, si trasforma in musica: suoni e fonemi liberi di significato diventano ritmi e melodie, che a loro volta svelano un mondo oltre le parole.

È “Il senso dell’assurdo”: uno spazio che proietta alla sospensione del quotidiano e della razionalià, attraverso il non-sense fine a se stesso, trascinando alla rottura del valore semantico della parola medesima. In un ecosistema eterogeneo di stimoli apparentemente contraddittori il solco tracciato conduce quasi inconsapevolmente ad un’ armonia e pienezza di sensazioni.

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Una raffinata rappresentazione di teatro d’avanguardia che penetra nella distanza performer-pubblico con una forte intensità, agevolata da uno spazio intimo come quello messo a disposizione dalla Fondazione Luciana Matalon.

La musica di John Cage, la riflessione sul valore del silenzio e la trasformazione della parola in puro suono e ritmo dialogano con sonorità e materia dal Giappone. La rottura della logica razionale dei koan zen, resa energica dalla rivisitazione di un’antica melodia gagaku e dei tamburi taiko; le surreali didascalie di Erik Satie e la sua «musica d’arredamento», antesignana della moderna musica ambient; l’eterna ghirlanda sonora del minimalismo, sono alcune delle accezioni con cui questa performance si eleva da unicum espressivo.

Melodie, rumori, battiti del potente taiko, parole ed evocazioni sono il risultato contaminante condotto sapientemente dai protagonisti.

 

Voce narrante, pianoforte, chitarra elettrica, tamburi taiko e percussioni, a cura di Taiko Lecco e Francesco Zago.

Chiara Codetta: tamburi taiko ed effettistica

Giorgio Galimberti: voce narrante

Tobia Galimberti: pianoforte, taiko ed effettistica

Francesco Zago: chitarra

Sabato 5 maggio – ore 17.30 presso Fondazione Luciana Matalon, Foro Buonaparte 67 

Per richiedere accredito di ingresso, diventare  sostenitori di #PiattaformaCAI e prenotare il proprio posto basta compilare il form seguente.

Lo spettacolo è interamente sostenuto dal Fondo per l’Arte la Creatività e l’Innovazione di Asian Studies Group e per accedere alla performance basta sostenere con un piccolo contributo l’attività del fondo.

 

Terra Matta di Panzeri: straordinaria carica espressiva. La vita di un uomo documenta la storia

La Parola Nel Segno 2018, News from Garden Blaze

Terra Matta di Stefano Panzeri, in scena il 3 marzo prossimo, rappresenta la terza tappa nella rassegna d’arti performative “La Parola nel Segno” realizzata da ASGProduzioni (divisione di produzione artistica di Asian Studies Group Italia) all’interno del progetto di raccolta fondi #PiattaformaCAI – Fondo per la Creatività Arte e Innovazione, in Fondazione Luciana Matalon a Milano.

TERRA MATTA (1899-1918) è il racconto in prima persona dell’immane e intimo sforzo di emanciparsi e sopravvivere alla miseria; la vicenda umana del protagonista scorre in un intreccio straordinario di grande e piccola storia sullo sfondo della poverissima Italia rurale di inizio secolo, sorpresa e dilaniata dalla Grande Guerra, l’Italia della gioventù sacrificata, l’Italia delusa da una vittoria “fragile”.

E’ autobiografia di un bracciante siciliano di inizio secolo, scritta in sette anni, tra il 1968 e il 1975 su una vecchia Olivetti. Si tratta di un’opera monumentale: 1027 pagine a interlinea zero, senza un centimetro di margine superiore, nè inferiore, nè laterale.

Il lessico è terreno di sperimentazione, di colorismo e di sostanza nel marcare con forza i ricordi di Vincenzo Rabito, un fiume in piena travolge gli spettatori nel vivido ricordo di momenti che hanno segnato il dramma di una storia personale che diviene emblema di un ventennio.

Dopo Memoria ed Emozione ecco che è la Storia ad essere protagonista di un dialogo eterogeneo, contornato da accenni divertenti ma anche da toni spiazzanti e drammatici,  in quello che è uno spazio  fortemente adatto all’intimismo attore – pubblico.

Ne “La Parola nel Segno”, questo dialogo quasi sussurrato  si realizza attraverso delle fermate che in ogni spettacolo, delineano e rischiarano i contorni del viaggio espressivo intrapreso, legandone immagini e sensazioni come in una grande mappa. Segni in grado di far vacillare i confini delle nostre sicurezze, spiega Paolo Cacciato, direttore artistico della rassegna, stimolando il pubblico ad una riflessione che contestualizzi e motivi le scelte performative selezionate.

 

Terra Matta affascina chiunque abbia la pazienza di resistere allo shock del lessico e della grammatica strana, all’inizio quasi incomprensibile; coinvolge come un diario personale e al contempo come un grande documentario, restituendo la sensazione di vivere il “dietro le quinte “ di avvenimenti che segnano con la loro importanza la nostra storia, ma che proprio per la loro grandezza, spesso vediamo come lontani, isolati in un tempo che non è più, che non ci apparitene.

Per prenotare posti e confermare la presenza a Terra Matta in Fondazione Luciana Matalon il 3 marzo dalle ore 17.30 (ingresso dalle 17.00) è necessario compilare il format seguente o inviare un’email a info@asianstudiesgroup.net Rif TerraMatta

Fushikaden, nel Segno delle Emozioni torna in scena Milano

Senza categoria

Va in scena sabato 17 febbraio alle ore 17.30 presso Fondazione Luciana Matalon la seconda tappa della rassegna d’arti performative” La Parola nel Segno” prodotta da #PiattaformaCAI Fondo per la Creatività Arte e Innovazione di Asian Studies Group.

Il secondo spettacolo della rassegna traccia il solco delle emozioni performato in un romanzo di formazione interculturale fra Occidente e Oriente

….Come la corrente di un fiume è l’energia di questo mondo. Ci travolge, scuote l’animo e  trascina le nostre vite, spesso su sponde ignote. Lontane. Gli oceani ci separano ma i sentimenti ci rendono essenza comune.
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Fushikaden, Tenka no Emotions – Lo spirito del fiore, le emozioni del mondo, ideazione e regia di Paolo Cacciato, è un’avanguardia narrativa che introduce una commistione di linguaggi artistici intrecciati in chiave performativa. Il teatro stesso nella sua percezione estetica e filosofica (da qui il richiamo al testo Fushikaden di Zeami, saggio di preparazione e specificazione sulla teoria e pratica del teatro Noh) diviene terreno di scoperta di sé stessi nell’incontro con l’altro.
Un’attrice giapponese (Nana Funabiki) lascia il suo mondo e il suo universo di simboli ma anche di sicurezze,  tramandati da canoni artistici e culturali propri della tradizione (sempre in lettura teatrale, partendo da un accenno – kyogen del teatro Noh giapponese) e incontra il diverso, l’occidente (Michele Gorlero).  Una diversità che non potendo essere filtrata dalla reciproca comprensione verbale è resa universale nella constatazione di un universo emotivo che avvicina e, sebbene incanalato in modalità espressive diverse, accomuna e sintetizza un’essenza comune.
L’excursus emotivo è ben scandagliato da brani del repertorio musicale  tradizionale e moderno giapponese inseriti in un crescendo senza pause, in un fluire unico, spesso psicologico e intimistico e che in tal senso divengono tasselli di un mosaico vivido.
L’incomprensione delle parole è riempita dalla forza dell’interpretazione dei cantanti, dalle luci e dal coinvolgimento corporeo di reazione degli attori. La scelta dei testi musicali è volutamente artistica. (Mai Inaba soprano e Taisho Kato baritono, al piano Yuna Saito). Non di richiamo filologico o storico bensì emotivo, di interpretazione meta-verbale, funzionale a descrivere un percorso evolutivo che è soggettivo ma nell’esserlo è altrettanto forte, vero e spesso spiazzante.

 

Per la prima volta in uno spettacolo che scandaglia avanguardia espressiva in una dinamica interculturale, le emozioni fluiscono nel coinvolgimento di ogni mezzo di comunicazione performativa selezionata, dalla voce, al corpo, al ritmo, alla musica in un tessuto narrativo di non semplice orchestrazione perchè eterogeneo e privo di parola. Per la prima volta pianoforte e taiko suonano all’unisono nell’annunciare quella passione che tanto può legare due mondi profondamente diversi ma spesso decisamente complementari.
Alla sua quarta replica, la versione proposta in Fondazione Luciana Matalon introduce degli adattamenti performativi di contesto allo spazio di rappresentazione e non mancherà di appassionare nuovamente anche quanti hanno seguito le precedenti repliche al Teatro alle Vigne di Lodi e allo Spazio Noh’ma di Milano.
Per prenotare i posti e sostenere il Fondo alla Creatività Arte e Innovazione nel corrispettivo di entrata allo spettacolo,  compilare il form seguente

 

Il Miles Gloriosus di Antonello Taurino torna a Milano nel Segno della Memoria

Artists, La Parola Nel Segno 2018, News from Garden Blaze

E’ il Miles Gloriosus che sa di contemporaneità, ironia e critica quello di Antonello Taurino che inaugura il 27 gennaio prossimo con inizio alle ore 17.30, la rassegna “La Parola nel Segno”, primo calendario d’appuntamenti all’insegna delle arti performative diretto da Paolo Cacciato e proposto in Fondazione Luciana Matalon da Asian Studies Group nell’attività di Piattaforma CAI – Fondo per la Creatività l’Arte e l’Innovazione.

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Un testo acuto,  attuale nella destinazione del Teatro Civile a cui Taurino è da sempre molto attaccato e che rappresenta “un’ironica ma serissima denuncia” come lo definisce Alessandro Mauri.  Il titolo che rimanda al celebre testo di Plauto rievoca la cornice di una commedia di altri tempi che è solo presupposto per un dialogo divertito fra i due attori nei panni di sé stessi, allarmati dalla sfida quotidiana alla precarietà a cui la professione del teatrante spesso conduce e che trova escamotage nell’ammissione / confessione di come il “tragico” sia di mercato per la tv di oggi, così come per il teatro.

Ecco allora che la cornice comica, che mai abbandona il passo e la voce di Antonello Taurino, scandita nel dialogo musicato di Orazio Attanasio, allarga gli orizzonti verso una parodia che, richiamata per necessità di mestiere e “convenienza” – “connivenza” di pubblico, diviene bensì denuncia: il soldato fanfarone è vittima di una guerra, quella in Kosovo che l’ha portato a morire. Una morte dimenticata perché condizionata da armi subdole e lasciata il più delle volte nel silenzio per convenienza di sistema.

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La villanteria del soldato è in realtà cronaca. Taurino affronta con leggerezza ma mai banalità tematiche scomode, stupendo per maestria di linguaggio, poliformità espressiva e toccante interpretazione. Anima comica e materia di denuncia si fondono lasciando un segno importante nella logica della struttura dell’intera rassegna: è il segno della memoria ad essere tracciato con forza indelebile dal “Miles Gloriosus, ovvero morire d’uranio impoverito” di Taurino. Testimonianza importante in una data come quella del 27 gennaio, vuole essere assunta simbolo di ascolto e ricordo di scenari e drammi troppo spesso dimenticati.

Un’occasione unica per rivedere a Milano, in uno spazio espositivo di grande bellezza a pochi passi da Duomo, un testo già vincitore del premio miglior regia al concorso nazionale Calandra 2011 e che ha ospitato nella versione editoriale la prefazione di Franca Rame.

Lo spettacolo è inserito nella raccolta fondi di Piattaforma CAI, Fondo per la Creatività Arte e Innovazione ed è pertanto gratuito. E’ richiesta però dall’associazione una quota di donazione per la singola data o per l’intera rassegna che verrà inserita nel programma di raccolta fondi.

Per diventare sostenitori di #PiattaformaCAI , conoscerne le attività proposte all’interno dall’incubatore di talenti Switch on Your Creativity e seguire gratuitamente tutta la rassegna la Parola nel Segno è possibile compilare il form seguente. Riceverete dettaglio per prenotazione posti.